La calvizie interessa l’80% degli uomini e il 50% delle donne. Questa condizione, che non può essere definita né una patologia né un disturbo, consiste in una progressiva diminuzione della densità dei capelli.

Scientificamente essa prende il nome di alopecia androgenica o androgenetica.

Prima di analizzarne le varie forme è curioso conoscerne l’etimologia: alla base della parola alopecia vi è il termine greco alopex ovvero volpe. Questo animale selvatico è caratterizzato da due mute annue, durante le quali perde la vistosa pelliccia che lo contraddistingue. Ecco perché la calvizie umana viene chiamata, per similitudine, alopecia.

Questo tipo di calvizie è iscritta nel DNA del soggetto e si tramanda attraverso il legame di parentela. Molto spesso la sua presenza si accompagna ad un aumento della secrezione sebacea e una secchezza della pelle del cuoio cappelluto che si frastaglia in lamelle che danno luogo alla forfora (fenomeno che prende il nome di desquamazione furfuracea). L’alopecia androgenetica è progressiva e al suo inizio si manifesta con un diradamento che inizia dalla zona sopra la fronte e sulla sommità della testa per poi coinvolgere tutto il cuoio capelluto ad esclusione della nuca e della zona delle tempie. Per descrivere questa progressione esiste una “tabella” utilizzata universalmente dai tricologi. Questa scala messa a punto da James Hamilton nel 1950 e poi perfezionata da Norwood negli anni ’70 consta di sette livelli che fotografano il progressivo diradamento dei capelli dove per Stadio I si descrive un’iniziale stempiatura, mentre nello stadio VII viene tratteggiata la mancanza quasi totale di capelli e dunque la calvizie conclamata.

Ciò che è importante sapere è che l’alopecia androgenetica non consiste in una vera e propria perdita di capelli, ma in una loro modifica sostanziale. Sono i follicoli che con il passare del tempo, sebbene rimangano attaccati al cuoio capelluto, si atrofizzano. Il capello perdendo il proprio nutrimento non riesce a crescere, perde la propria colorazione e la struttura divenendo invisibile e infine cadendo.